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Conoscere il miniescavatore: l’impianto idraulico
24/10/2024
Pubblicato da Redazione
In media meno sofisticato rispetto a quello dei “fratelli maggiori”, ma altrettanto determinante per le prestazioni finali. Anche nei miniescavatori l’impianto idraulico la fa da padrone, con architetture e componenti più semplici ma che sono comunque in grado di garantire movimenti fluidi e, soprattutto, una buona produttività.
Come per ogni altro mezzo d’opera, anche nel miniescavatore l'impianto idraulico rappresenta il sistema nervoso della macchina, anche se con un grado minore di sofisticazioni elettroniche e circuitali rispetto a quelle che caratterizzano gli escavatori di taglia maggiore; dati gli utilizzi tipici e la produttività che caratterizzano i mini, infatti, gli affinamenti e le economie di esercizio garantite da sistemi di gestione elettronica e funzionale molto avanzati risultano limitati. Ciò non significa, naturalmente, che anche su macchine di piccola taglia non siano presenti finezze circuitali e funzionali di alto livello, coerenti con i numerosi sviluppi che i sistemi di gestione idraulica e la componentistica hanno avuto in questi anni. Primi tra questi le pompe, ambito in cui la tipologia a ingranaggi è ancora relativamente diffusa nelle pompe idrauliche principali, anche se limitata ai modelli di taglia inferiore, indicativamente al di sotto delle due tonnellate di peso operativo. Salendo di categoria, invece, l'utilizzo delle più moderne pompe a pistoni assiali singole e doppie, così come le diverse combinazioni tra pompe a pistoni assiali e pompe ad ingranaggi a portata fissa è a oggi una soluzione ampiamente consolidata.
Passando ai distributori idraulici, continua ad essere utilizzata una tecnologia tradizionale e consolidata come l’architettura a centro aperto, anche se largamente adottate sono anche soluzioni sofisticate come i collegamenti serie - parallelo, il raddoppio delle portate e le priorità condizionate, che risultano perfettamente in grado di gestire senza problemi tutte le richieste funzionali della macchina. Medesime considerazioni valgono per la più moderna tecnologia Load Sensing a centro chiuso, che in particolare nei modelli di fascia altra trova oggi ampio utilizzo per la sua attitudine a gestire senza esitazioni la contemporaneità di tutti gli azionamenti. Com'è noto, la soluzione Load Sensing è in grado di riequilibrare automaticamente attraverso i compensatori le differenze di pressione tra la pompa e i diversi attuatori in modo tale che la portata di olio inviata a ciascuno di essi sia esattamente proporzionale all’apertura della relativa spola del distributore. Inoltre, i rapporti di velocità tra i singoli attuatori si mantengono costanti anche quando la somma delle singole portate richieste dall'operatore è superiore alla portata massima erogata dalla pompa, di modo che, anche in caso di contemporaneo utilizzo di tutti gli azionamenti, la macchina non accusa rallentamenti.
A prescindere dai valori nominali di pressione e portata e delle architetture d’impianto adottate, è naturalmente la prova sul campo l’unico e più affidabile indicatore delle prestazioni della macchina. Sempre tenendo presente che, soprattutto in macchine di questa taglia, il comportamento in azione è sempre frutto di un ragionevole compromesso, vi sono alcuni aspetti che vanno senza dubbio privilegiati nel giudizio complessivo. In primo luogo, sono accettabili lievi rallentamenti nella velocità di traslazione quando vengono azionati i normali movimenti di lavoro. Al contrario, rotazione e sollevamento non devono accusare esitazioni di alcun genere, così come sollevamento, penetrazione e azionamento della benna, la cui sincronia e fluidità incidono in misura importante sulla gestibilità e produttività della macchina. Un'attenzione particolare va dedicata anche a rotazione e brandeggio, che devono essere indipendenti, e alla gestione delle eventuali attrezzature idrauliche (in particolare i martelli demolitori), che devono operare fluidamente e senza surriscaldamenti.
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