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Webuild e le TBM in scena alla Triennale di Milano

20/03/2023

Pubblicato da Redazione

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Si concluderà domenica 26 marzo la mostra “Costruire il futuro”, promossa dal Gruppo Webuild con Triennale Milano. Un evento che accompagna il visitatore alla scoperta dei segreti che si celano dietro le mega infrastrutture, raccontando come queste si innestano nei luoghi in cui sorgono. 

 

Attraverso imponenti installazioni artistiche il visitatore è stato guidato al centro della terra in compagnia delle TBM che scavano gallerie per metropolitane, ferrovie, impianti idroelettrici per poi risbucare in superficie, verso la luce del sole che illumina opere come ponti, dighe, autostrade, edifici culturali, aeroporti e stadi. Si è tratta di un viaggio che ha raccontato il coraggio di chi avvia un nuovo progetto infrastrutturale, portando con sé il proprio bagaglio di esperienze che di anno in annoviene trasferito ai più giovani, i costruttori del futuro. Un viaggio fisico e simbolico verso il domani. Un ponte, una linea metropolitana, un impianto idroelettrico, una ferrovia, una strada, un dissalatore: opere che servono per accelerare lo sviluppo di un territorio, ridurre l’inquinamento di una metropoli, assicurare acqua potabile a una regione, proteggere milioni di persone da un’inondazione. Questa è peraltro la missione di Webuild, il Gruppo specializzato nella progettazione e costruzione di grandi infrastrutture complesse e diventato uno dei maggiori player nel settore. La mostra “Costruire il futuro” è strutturata in otto aree tematiche, di cui sei dedicate ai principali settori infrastrutturali in cui Webuild opera e alle opere iconiche realizzate nel mondo; la settima area tematica ha approfondito le tecniche di costruzione e le innovazioni tecnologiche, dimateriali e di processo che garantiscono progetti sempre più sostenibili, con la massima attenzione alla formazione, alla tutela della sicurezza e della salute delle persone. Completa il percorso l’area più avveniristica pensata come un approdo al futuro: il migliore punto d’osservazione per vedere cosa accadrà domani. 

 

Nelle prime sei aree tematiche i progetti di Webuild hanno “dialogato” con altrettante installazioni. Questi approfondimenti critici - progettati per l’occasione da ricercatori, architetti e paesaggisti come Fosbury Architecture, Michel Desvigne Paysagiste, Bureau Bas Smets,Studio Ossidiana, Superflux, Catherine Mosbach con Shandor Chury (Studio OVVO) - hanno aperto la riflessione a nuovi interrogativi, allargando lo sguardo agli ecosistemi dei quali le infrastrutture fanno parte e all’incessante movimento di trasformazione che paesaggio e infrastrutture attuano continuamente e mutualmente.

 

Seguendo il percorso della mostra il visitatore è stato condotto in giro per il mondo, lì dove Webuild ha realizzato o sta realizzando le sue più grandi infrastrutture. Grazie alle istallazioni immersive della mostra è stato possibile camminare lungo il Ponte San Giorgio di Genova, passare sotto la maestosa diga etiope GERDP, addentrarsi nei tunnel dove viene costruita l’alta velocità ferroviaria che collegherà Genovaa Milano o ancora Napoli a Bari, o in quelli delle metropolitane M4 di Milano e della linea C di Roma, ammirare dagli spalti la bellezza dell’Al Bayt Stadium, uno degli stadi che ha ospitato i Mondiali 2022 del Qatar. In una zona dedicata alla sicurezza il visitatore ha potuto testare un simulatore e dei visori che hanno permesso di mettersi alla prova simulando di essere dentro un cantiere. 

 

Ad accogliere i visitatori, all’ingresso della mostra, è stata la testa della TBM “Stefania”, una delle sei talpe meccaniche impiegate da Webuild per scavare le gallerie della nuova Linea M4 di Milano.

 

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