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CGT e Maersk per la nuova piattaforma portuale di Vado Ligure

03/12/2017

Pubblicato da Redazione

  • CGT e Maersk per la nuova piattaforma portuale di Vado Ligure

Grazie anche all’intervento di un escavatore Caterpillar 390DL, allestito appositamente per intervenire in ambito subacqueo, all’interno del porto di Vado Ligure si sta realizzando una nuova piattaforma portuale che porterà benefici anche in termini occupazionali. A lavori terminati, il porto potrà vantare un livello tecnologico secondo in Europa solo a quello di Rotterdam

(articolo tratto dalla rivista OnSite Construction numero 8/2017)

 

Pur essendo un piccolo comune con meno di 9.000 abitanti, Vado Ligure riveste un’importanza strategica dal punto di vista commerciale. E non certo da oggi. È fin dall’epoca romana, infatti, che la città sviluppatasi nel II° secolo a.C. intorno a un campo militare, anche grazie alle imponenti bonifiche delle paludi locali, viene considerata uno snodo fondamentale. A renderla un crocevia naturale delle principali attività commerciali, in particolare, è la sua collocazione geografica, che collega il Mar Mediterraneo con il Nord Italia e la Francia. Oggi il suo porto dipende dall’autorità portuale di Savona e rappresenta il più importante punto di sbarco per la frutta nell’intero bacino mediterraneo, con oltre 500.000 t/anno di merce gestita. Nel corso di due millenni di storia le sue attività si sono ramificate nei più svariati settori: da qui partono e arrivano sia navi di ogni genere, così come un flusso continuo di container che ha richiesto un ampliamento delle aree di stoccaggio per poter garantire una migliore funzionalità.

 

La piattaforma Maersk 

Nel porto di Vado Ligure è attualmente in corso di esecuzione il progetto di una piattaforma multifunzionale di circa 211.000 m² che l’A.P.M. Vado Terminal S.p.A., società del Gruppo Maersk, ha commissionato a Grandi Lavori Fincosit. Partiti la scorsa primavera, i lavori sono stati oggetto di accese discussioni tra l’amministrazione comunale e l’associazione ambientalista Italia Nostra, che ha presentato un ricorso al Tar in merito alla valutazione di impatto ambientale sulla variante di questa struttura. Il Tribunale Amministrativo ha però respinto tale ricorso, con una decisione accolta con grande soddisfazione da Monica Giuliano, sindaca di Vado Ligure e presidente della Provincia di Savona: “Questa infrastruttura è importante anche perché, una volta a regime, potrà creare quei posti di lavoro tanto attesi nel territorio”.

La piattaforma è composta da una zona rettangolare lato mare con dimensioni di 290 m x 700 m e da una zona di radicamento a terra di forma quasi trapezioidale, con dimensione minima del lato terra di circa 95 m. Una volta in funzione, la piattaforma sarà a elevato tasso di automazione, ammodernamento che – secondo quanto illustrato da Grandi Lavori Fincosit – porterà Vado Ligure al secondo posto in Europa da questo punto di vista.

Soltanto Rotterdam, che peraltro rappresenta un’eccellenza su scala mondiale, rimarrà davanti al porto ligure, dove la nuova piattaforma ospiterà un terminal container con capacità di movimentazione annua a regime di 720.000 TEU, che comprende le banchine, le aree di deposito, le strutture di controllo dell’accesso, gli edifici di servizio e gli impianti. Il nuovo manufatto costituirà l’infrastruttura di base per ospitare la ricollocazione di due attività esistenti nella rada, vale a dire le attività di movimentazione di prodotti petroliferi e oli combustibili (Petrolig and Esso Italiana) e le attività del terminal rinfuse.

La banchina del terminal container è ubicata lungo il lato Sud Est della piastra, presenta una lunghezza di 700 m e una larghezza di 60 m circa, comprensiva dell’area di movimentazione delle gru e del deposito degli “hatch covers”. Il fondale al piede della banchina è di -15 m s.l.m.; sul retro di questa si trova un’area di 120.000 m² circa (190 x 650 m) destinata al deposito e alla movimentazione dei container. La banchina della Terminal Rinfuse è ubicata in testata alla piastra (lato Nord Est) e ha uno sviluppo di 290 m, con una larghezza di 30 m. Il fondale ai piedi della banchina è sempre maggiore di -15 m s.l.m. L’accesso è garantito dalla strada di servizio, dotata di due corsie di marcia di larghezza 9,6 m, la quale è connessa alla Via Aurelia. Ai bordi della medesima strada sono ubicati anche gli edifici funzionali alle attività di scarico (cabina elettrica, uffici e officina). Infine, la banchina delle compagnie petrolifere è ubicata lungo il lato Nord Ovest della piastra, ha una lunghezza utile di 330 m e una larghezza di 20 m. Il fondale minimo previsto al piede della banchina è di -12 m s.l.m. e l’accesso via terra è garantito dalla strada di servizio proveniente dalla Via Aurelia, in comune con la Terminal Rinfuse. 

Dal punto di vista strutturale la piastra è composta da un’area in rilevato adiacente alla zona di radicamento a terra di 10,5 ettari, sostenuta da cassoni cellulari in cemento armato o da rilevati rivestiti in pietra, e da un’area a giorno, ovvero una zona di 10,6 ettari permeabile alle correnti e al moto ondoso, costituita da un impalcato realizzato con travi prefabbricate e soletta superiore in calcestruzzo, che poggia su pilastri in cemento armato, fondati su cassoni cellulari.

 

Un cingolato sul pontone

Per realizzare un intervento così complesso, Grandi Lavori Fincosit ha scelto un escavatore cingolato Caterpillar 390DL, fornito dal dealer CGT (Vimodrone – Mi), che si è occupato anche di allestire la macchina operatrice in modo tale da affrontare le peculiari esigenze di questo cantiere. L’escavatore 390DL monta, come base della sua operatività, un motore C18 con tecnologia Acert, la cui affidabilità è già stata ampiamente dimostrata sul campo in diversi ambiti. Molto resistente grazie alla struttura in acciaio e ghisa, questo propulsore offre la massima affidabilità grazie agli esclusivi turbocompressori raffreddati ad acqua. La macchina è dotata altresì di ventole di raffreddamento a comando idraulico, messe in funzione in base alla temperatura del liquido di raffreddamento e dell’olio idraulico. Per ridurre il carico durante l’avviamento del motore, la velocità delle ventole di raffreddamento resta fissa per un certo periodo di tempo dopo l’avvio del motore, poi aumenta gradualmente fino a una determinata velocità. Un’altra sua caratteristica fondamentale è l’impianto idraulico proporzionale prioritario a compensazione di pressione (PPPC): si tratta di un sistema a rilevazione del carico con esclusivo azionamento elettronico, che garantisce la massima efficienza e controllabilità.

La personalizzazione garantita dal dealer Caterpillar CGT, che si pone come un vero e proprio partner operativo delle proprie aziende clienti, si è resa necessaria anche per la particolarità del contesto cantieristico: dotato di una cesoia idraulica il braccio dell’escavatore cingolato Cat 390DL ha dovuto lavorare sott’acqua per demolire la struttura preesistente. In un’applicazione del genere è stato necessario dotare la macchina di telecamere, che tuttavia solo raramente hanno potuto funzionare nelle condizioni di migliore visibilità, a causa dei movimenti del fondale causati dall’intervento stesso.

Il loro impiego, unitamente all’intervento di operatori subacquei, è stato fondamentale per posizionare di volta in volta la cesoia: per abbattere plinti di queste dimensioni non sarebbe certo bastato un unico intervento: è stato necessario “mordere” ripetutamente il bersaglio in più punti, capendo dove andare ad attaccarlo con estrema precisione. Rispetto all’ambito operativo sul quale la 390 sta operando, l’Ing. Nicola Barsotti di Grandi Lavori Fincosit, specifica: “Il pontone Giulia I° non è autopropulso, per cui viene rimorchiato e portato in zona operativa da un rimorchiatore; successivamente viene ormeggiato in punti precissati o con pali di stazionamento, in base alla profondità del mare in quel determinato punto. Una volta che il pontone è stato fissato in zona operativa, a bordo ci si prepara ad allestire l’attività dell’escavatore. I massi collocati in coperta sono denominati ‘massi-guardiani’: servono per zavorrare il pontone e raggiungere la quota desiderata per il taglio in profondità”.

L’intervento eseguito nel porto di Vado Ligure, dunque, è un chiaro esempio di sinergia propositiva ed efficace in cantiere. E non in un cantiere “qualsiasi”: la spiccata capacità di CGT di supportare i propri clienti sotto ogni aspetto ha portato a realizzare un intervento davvero speciale, non nel consueto ambito di movimento terra ma, stavolta, di… acqua.

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