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Un CAT nel porto di Vado Ligure

06/09/2017

Pubblicato da Redazione

  • Un CAT nel porto di Vado Ligure
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L’intervento in corso dalla scorsa primavera sul porto di Vado Ligure riveste un’importanza particolare. Al di là delle polemiche locali tra chi sottolinea come questo intervento genererà nuovi posti di lavoro e chi invece ne mette in dubbio la compatibilità ambientale (ma il TAR ha respinto il ricorso di Italia Nostra), l’aspetto qualificante è che la nuova piattaforma multifunzionale sarà ad altissimo grado di automazione. Dal punto di vista tecnologico, il piccolo ma cruciale porto ligure salirà sul podio d’Europa, con davanti soltanto il già affermato hub di Rotterdam.

A commissionare l’intervento è stata l’A.P.M. Vado Terminal S.p.A., società del Gruppo Maersk, che ha scelto di affidarsi a Grandi Lavori Fincosit, un marchio storico del settore. A sua volta, GLF si è affidata a CGT, dealer Caterpillar in Italia. Il rapporto tra le due società è di collaborazione costante e intensa: oltre a fornire la macchina prescelta per l’intervento, un escavatore cingolato Caterpillar 390DL, CGT si è occupata della sua customizzazione, sulla base delle particolari esigenze di questo cantiere. La 390 è stata infatti modificata nel braccio, che viene impiegato ad una profondità-record di -15 m.

Attrezzato con una pinza Mantovanibenne, il braccio ha il compito di scendere sott’acqua per demolire i plinti della struttura preesistente, così da creare spazio per la nuova piattaforma. Oltre a impiegare operatori subacquei appositamente addestrati, è stato necessario dotare il braccio di telecamere, per consentire all’operatore di posizionare la pinza nel punto più adatto. I movimenti del fondale hanno comunque reso impossibile la visione in tempo reale dell’intervento, ma di volta in volta si è potuto “attaccare” il plinto in questione dal punto più adatto, visto che la demolizione di strutture così imponenti è stata necessariamente fatta in più riprese.

Inoltre, l’escavatore è stato issato su un pontone galleggiante, così da essere rimorchiato nel punto esatto dell’intervento. Il tutto è stato realizzato mediante dei tirfort e l’installazione di quattro tacche, su cui il carro è stato direttamente saldato. L’ambizioso progetto prevede che, a lavori completati, la nuova piattaforma Maersk abbia una superficie di circa 211.000 m², con una zona rettangolare lato mare dalle dimensioni di 290 x 700 m, una zona di radicamento a terra di forma quasi trapezoidale, con dimensione minima lato terra di circa 95 m.

La nuova piattaforma ospiterà un terminal container con capacità di movimentazione annua a regime di 720.000 TEU, che comprenderà le banchine, le aree di deposito, le strutture di controllo dell’accesso, gli edifici di servizio e gli impianti. Il nuovo manufatto costituirà l’infrastruttura di base per ospitare la ricollocazione di due attività esistenti nella rada e cioè le attività di movimentazione di prodotti petroliferi ed oli combustibili (Petrolig and Esso Italiana) e le attività del terminal rinfuse.

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