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Un R 926 per il ripristino costiero

03/05/2017

Pubblicato da Redazione

  • Un R 926 per il ripristino costiero
  • Un R 926 per il ripristino costiero

Nei Paesi Bassi è spesso complicato lavorare con macchine movimento terra lungo le regioni costiere. I mezzi devono essere estremamente stabili e devono destreggiarsi su terreni spesso inondati. Nell’isola di Texel, nel nord est dell’Olanda, l’impresa Dros Grondverzet deve spesso confrontarsi con queste condizioni operative. Nel 2016 l’azienda ha acquistato un escavatore cingolato Liebherr R 926 dotato di attrezzature multiuso appositamente progettato dal costruttore tedesco per fronteggiare le difficili sfide del territorio. L’R 926 monta un motore diesel da 140 kW con tecnologia SCR e iniezione di urea per il trattamento dei gas di scarico, conforme agli ultimi standard Stage IV/Tier 4f in materia di emissioni. L’R 926 è dotato anche di un meccanismo WLC con ampi cingoli su base di 1.000 mm. Con contrappeso di 7,5 t, il peso operativo della macchina si attesta sulle 33 t. Grazie all’attrezzatura multiuso, l’R 926 è versatile e adatto a essere utilizzato nell’impegnativo lavoro di ripristino costiero. L’attacco rapido dell’R 926 consente un risparmio di tempo quando si devono cambiare le attrezzature e permette di portare a termine diverse operazioni. Oltre agli altri attrezzi è disponibile una benna da 1,5 m3, spesso utilizzata in questo genere di applicazione. Dros Grondverzet ha costantemente bisogno di macchine per la costruzione di dighe e canali e per lavori di dragaggio e pompaggio sull’isola di Texel. La versatilità, la flessibilità e l’affidabilità giocano un importante ruolo in questo genere di applicazioni. L’impresa collabora da tempo con Liebherr e utilizza già con successo due altri modelli dell’azienda, l’R 914 C e l’R 924 Multi-User. “Abbiamo scelto Liebherr per l’eccellente qualità delle sue macchine”, ha affermato Werner Dros, titolare della Dros Grondverzet. “Non possiamo permetterci che le macchine si fermino durante il lavoro sulla costa, che è influenzato anche dalle maree e non è mai capitato che siamo rimasti in asso, neppure durante le condizioni lavorative più severe”.

 

 

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