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Indeco per il “decomissioning” dell’ex Enel di Piombino

06/03/2023

Pubblicato da Redazione

  • Indeco per il “decomissioning” dell’ex Enel di Piombino
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Le cesoie ISS 20/30 e ISS 30/50 del costruttore barese sono utilizzate per lo smantellamento dell’ex centrale Enel “Torre del Sale” di Piombino. Un impegno gravoso, con oltre 70.000 t di acciaio da demolire, ridurre volumetricamente e inviare in fonderia.

 

Quando si parla di demolizioni di strutture in acciaio non si hanno sempre ben presenti le reali difficoltà operative nell’affrontare cantieri che di ordinario hanno ben poco. Come nel caso dell’ex Centrale Enel “Torre del Sale” di Piombino, dove l’impresa torinese Perino Piero - dal 1963 attiva nel settore del movimento terra, nonché delle demolizioni controllate e delle bonifiche ambientali - sta lavorando da oltre un anno per il suo completo decommissioning.

Stiamo parlando di una delle centrali termoelettriche più grandi d’Italia, un impianto che forniva 1.280 MW di potenza elettrica e che oggi ha tutto il fascino indiscusso della grande architettura industriale. Costruita all’inizio degli anni Settanta, la centrale termoelettrica prese servizio nel 1977-1978 con l’entrata in funzione dei primi due gruppi da 320 MW ciascuno, mentre nei due anni successivi ne entrarono in servizio altri due. In totale si parla quindi di quattro sezioni alimentate a olio combustibile funzionanti a ciclo Rankine, con impianti che occupavano in totale 40 ettari situati all’interno di una superficie che si estende per circa 140 ettari. Il cantiere, molto complesso sia da un punto di vista ambientale che operativo, ha come obiettivo quello di restituire l’area completamente sgombra e bonificata per la successiva costruzione di un insediamento a destinazione turistica. 

Le opere di decostruzione della centrale sono iniziate alla fine del 2021 e stanno procedendo in modo regolare secondo un piano che prevede operazioni tra loro funzionali e complementari.

I vincoli ambientali

L’ex centrale Enel si trova all’interno dell’area umida di Orti Bottagone gestita dal WWF: si tratta di un’oasi faunistica dove trovano rifugio molte specie volatili, tra cui anche i fenicotteri. L’area è stata ampliata di altri 12 ettari e fa parte di un quadro complessivo di valorizzazione ambientale. La posizione è in riva al mare dove nell’antistante porto, costruito ad hoc, attraccavano le navi cisterna che portavano l’olio combustibile per il funzionamento delle caldaie dell’impianto.

 Al limite dell’area portuale sorge la Torre del Sale, un antico fortilizio eretto nel Basso Medioevo che fungeva da difesa e avvistamento per l’allora Principato di Piombino. Sussistono vincoli molto stringenti qui, che pongono diverse difficoltà tecniche per la demolizione all’interno del cantiere, ragion per cui sia le caldaie che le ciminiere vengono demolite con tecniche non invasive e che richiedono macchine e attrezzature adeguate. 

Per le caldaie si procede tramite lo svuotamento dal basso e il successivo e graduale abbassamento degli elementi con martinetti idraulici per la graduale demolizione; le ciminiere richiedono invece l’impiego di specifici ponti mobili per eseguirne un graduale e controllato abbassamento tramite la demolizione con mezzi meccanici di piccole dimensioni. 

Una tecnica che prevede la demolizione per gradi del manufatto con lo scarico del materiale all’interno del camino. Da qui, tramite un accesso alla base, sarà poi possibile rimuovere e inviare a smaltimento o riciclaggio tutto il materiale risultante.

 

Bonifica e rimozione

La rimozione degli impianti della centrale è l’operazione più spettacolare. Qui sono in azione macchine e attrezzature che, ogni giorno, mettono in luce le proprie potenzialità in un ambiente duro e selettivo. Si parla di elementi che rappresentano un vero e proprio “fuori scala” con caldaie, sala macchine, filtri e ciminiere che, al primo sguardo, fanno capire immediatamente la complessità e la durezza del lavoro. 

Prima della demolizione dei manufatti è stato necessario asportare e smaltire tutti gli eventuali liquidi ancora presenti nella centrale. Quasi tutti gli elementi impiantistici erano ricoperti da strati isolanti in lana di roccia, materiale che va incapsulato, rimosso e smaltito con precisione. Il dato complessivo supera i 300.000 m2 di materiale da trattare, insaccare e inviare a smaltimento.

 

Un cantiere organizzato

Le fasi operative del cantiere sono semplici e prevedono la completa demolizione dei cinque serbatoi che contenevano l’olio combustibile per il funzionamento delle caldaie, quattro con capacità di 50.000 m3 e uno da 100.000 m3. Le cesoie Indeco sono state tra le prime in assoluto a entrare in scena: la ISS 20/30 è stata installata in modo quasi permanente su un escavatore cingolato Doosan DX340LCN-5, mentre la più grande ISS 30/50 è utilizzata da un escavatore da demolizione Kiesel KMC600.

Entrambe sono costantemente impegnate nella demolizione dei manufatti e nel successivo taglio del materiale per la riduzione volumetrica, operazione che facilita il carico per l’invio in fonderia. Le due attrezzature sono sottoposte a ritmi operativi serrati e, soprattutto nelle fasi di demolizione, l’impiego è molto gravoso. Per demolire in modo sicuro e razionale gli impianti occorre spesso operare spostando grandi elementi, interventi che hanno sollecitato in modo rilevante le cesoie. In particolare, la ISS 30/50 è quella più sollecitata (dal suo arrivo in cantiere ha operato con i coltelli originali). La ISS 20/30 è invece impegnata in modo prevalente nel taglio dell’acciaio demolito e nel-lo smantellamento degli impianti che convogliavano l’olio combustibile alle caldaie. 

Il cantiere di Piombino è gestito in modo razionale e metodico. Le dimensioni mastodontiche dell’area e degli impianti hanno richiesto un’organizzazione meticolosa per procedere regolarmente nelle complesse opere di decommissioning. In cantiere sono impegnate oltre 50 persone fra tecnici, operatori e addetti alle bonifiche. Gli escavatori idraulici in azione sono cinque, con pesi operativi tra le 25 e le 90 t. Due di questi sono dotati di bracci da demolizione in grado di arrivare ad altezze massime di 28 e 36 m. A supporto sono presenti due movimentatori industriali che si occupano sia del carico dei rottami metallici sui veicoli di trasporto che di assistere alla movimentazione dei materiali nel corso delle opere di bonifica e demolizione. Tutte le macchine sono dotate di attrezzature per la demolizione, tra cui appunto le due cesoie Indeco ISS 20/30 e ISS 30/50.

 

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